L’agricoltura interessa le nostre vite molto più di quanto pensiamo, non soltanto perché produce molto del cibo che consumiamo, ma anche perché modella il paesaggio in cui viviamo. Ecco perché ripensarla in chiave sostenibile può dare un grande impulso alla transizione eco-energetica del nostro modello di sviluppo.
Come può l’agricoltura aiutare la transizione eco-energetica?
L’agricoltura è associata nell’immaginario comune al consumo di suolo e di acqua e all’utilizzo della chimica, ma ciò è vero soltanto perché l’agricoltura che siamo abituati a osservare è quella meno attenta all’ambiente. In realtà, infatti, potrebbe essere una preziosa alleata della transizione ecologica ed è infatti tenuta in grande considerazione dalle iniziative europee. In particolare, l’agricoltura potrebbe:
- migliorare la gestione del territorio e dell’acqua
- mantenere la biodiversità negli ecosistemi agricoli
- integrare sistemi di colture, allevamento, produzione ittica, alberi e siepi per la produttività e i benefici ecologici
- promuovere la gestione integrata dei parassiti e delle malattie
- promuovere l’apprendimento e la ricerca in azienda
- e naturalmente migliorare la qualità del cibo che ci nutre
L’agricoltura tutela la biodiversità
L’impatto ambientale positivo dell’agricoltura è riconducibile alla tutela e allo sviluppo di biodiversità vegetale e animale. Quest’ultima è infatti indice della salute di un ecosistema e aumenta la qualità del terreno e del cibo che mangiamo. L’agricoltura sostenibile, come quella biologica, non considera infestanti le forme di vita vegetale e animale ma anzi le include e favorisce la relazione delle colture con l’ambiente circostante.
La diversità tra le colture, l’abbondanza di insetti impollinatori, la fertilità del suolo e in generale la biodiversità di flora e fauna consentono un miglioramento del rendimento e della qualità nutrizionale e riducono l’incidenza di parassiti e malattie. Aumentare la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura significa inoltre ridurre la necessità di nuovi terreni, cioè il consumo di suolo e dunque la pressione sulle foreste e su altri ecosistemi a loro volta ricchi di biodiversità.
Un suolo fertile, infine, è un serbatoio di sequestro di anidride carbonica e contribuisce perciò alla decarbonizzazione, ovvero alla lotta ai cambiamenti climatici.
Cos’è l’agroecologia?
L’agricoltura sostenibile è quindi innanzitutto fatta di relazioni e scambi con l’ambiente circostante, in un approccio agroecologico, che lavora per il raggiungimento di obiettivi economici, sociali, ambientali, sanitari, nutrizionali e culturali. L’agroecologia contribuisce, non a caso, al raggiungimento di ben 13 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Questo approccio sistemico coinvolge tutti i settori rilevanti e le parti interessate nell’accelerazione della transizione verso un modello di sviluppo sostenibile e resiliente, rispettando gli impegni internazionali assunti dai paesi membri. Infine, può rinforzare il tessuto sociale e migliorare i rapporti tra gli agricoltori e tra questi e i consumatori.